La biostimolazione
e biorivitalizzazione del viso, del collo, del décolleté
e delle mani consiste nell’iniezione di particolari sostanze quali
amminoacidi, acidi nucleici, vitamine, antiossidanti, coenzimi, minerali,
acido jaluronico, collagene, elastina, fibronectina o piastrine autologhe
a livello del derma.
Come riporta la letteratura scientifica a livello mondiale, queste sostanze
sono esenti dal rischio di reazioni di tipo allergico e servono per ringiovanire,
rivitalizzare e nutrire il derma ed il sottocute, donando luminosità
e turgore e ripristinando condizioni vitali ottimali della pelle.
Nel caso delle piastrine autologhe, il trattamento prevede un prelievo
di 20 ml. di sangue del paziente, che, centrifugato, permetterà
l’estrazione delle piastrine.
Attivate con un’apposita soluzione, vengono poi re-iniettate intradermicamente.
In questo modo viene stimolata la reazione fisiologica dell’organismo
che si innesca normalmente dopo una ferita con proliferazione e migrazione
di fibroblasti e grande produzione di collagene.
I risultati cominciano a vedersi dopo circa 15 giorni.
La biostimolazione e biorivitalizzazione cutanea può quindi essere
considerata come un’evoluzione della cosmetologia moderna, perché
ne supera i limiti fornendo i principi attivi antiossidanti e ristrutturanti
il derma direttamente a livello intracutaneo anziché solo in superficie.
Essa si propone pertanto come tecnica di prevenzione dell’invecchiamento
cutaneo e viene spesso utilizzata in sinergia con altri trattamenti correttivi,
quali i peelings chimici e fisici, i fillers e gli interventi chirurgici
di lifting.
Ogni protocollo finalizzato alla prevenzione dell’invecchiamento
cutaneo ed alla restituzione di un aspetto più giovane alla cute
non dev’essere disgiunto da una corretta dermocosmesi, da un’efficace
informazione sanitaria sui fattori esterni legati all’invecchiamento
estrinseco nonché da un’eventuale implementazione per bocca
di elementi vitaminici ed antiradicalici.
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