GNATOLOGIA CLINICA
- La gnatologia clinica
- Il bruxismo
- La posturologia

LA GNATOLOGIA CLINICA
torna al menù

La Gnatologia clinica si occupa dello studio dei rapporti tra mandibola e cranio e della prevenzione e cura delle disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare.

La mandibola, unico osso mobile del cranio, contrae rapporti con il cranio e con la parte superiore del tronco attraverso l’inserzione di numerosi muscoli e fasce.

Bruxismo, malocclusioni dentarie, disfunzioni della deglutizione ed alterazioni dell’A.T.M. possono pertanto essere responsabili di cervicalgie, di asimmetrie posturali e di patologie discendenti che possono coinvolgere colonna vertebrale, bacino ed arti inferiori.


IL BRUXISMO
torna al menù
Il bruxismo è un termine medico che indica un “digrignamento involontario, ritmico e spasmodico dei denti” che avviene più di frequente durante il sonno.

Più precisamente, esso avviene durante le prime fasi del sonno, mentre con l’arrivo del sonno profondo i movimenti involontari tendono a cessare.

Dopo il sonniloquio e il russamento è il terzo più diffuso disturbo del sonno.

Ne soffre circa il 50% della popolazione, compresi i bambini.

Va distinto dal semplice serramento dovuto alla contrazione dei muscoli masticatori.

Le cause del bruxismo non sono del tutto note.

Possono essere presenti situazioni di malocclusione, ossia di imperfetto posizionamento reciproco delle arcate dentali, o il mantenimento di posizioni mandibolari scorrette.

Il più delle volte, però, a scatenarlo non sono alterazioni odontoiatriche, bensì problemi di natura psicologica, quali tensione emotiva, stress, aggressività.

Nei fumatori si è riscontrata una frequenza doppia di bruxismo rispetto ai non fumatori, con un numero di episodi per notte 5 volte maggiore.

Studi recenti hanno formulato l’ipotesi che squilibri posturali ostacolino la circolazione linfatica e che il bruxismo possa costituire in questi casi un tentativo da parte dell’organismo di drenare la linfa verso il dotto toracico mediante la contrazione ritmica dei muscoli del cingolo scapolare.

Alcuni tipi di lavoro e di sport si associano di frequente al bruxismo, a causa delle tensioni muscolari che creano in chi li pratica.

Il bruxismo peggiora notevolmente la qualità del sonno rendendo il riposo notturno difficile e non ristoratore, ha conseguenze negative sull’apparato muscolo-scheletrico, e crea seri danni all’apparato dentale.

In particolare, usura i denti a causa del continuo sfregamento dello smalto che può anche fratturarsi.

Compaiono sui denti le cosiddette “faccette di usura”, cioè superfici piatte e lucide, con al centro spesso pozzetti di dentina abrasa, mentre i margini dei denti diventano affilati e taglienti.

Possono verificarsi traumi alla lingua ed alle guance. Con il tempo si ha un accorciamento dei denti che può provocare un’ipersensibilità agli stimoli termici e al contatto con lo spazzolino nonché un grave problema estetico perché tutta la bocca, diminuendo la dimensione verticale, assume un aspetto senescente.

Vi possono essere fratture e danni ai manufatti protesici, quali corone, ponti, intarsi, impianti e usura precoce delle otturazioni e delle dentiere.

Particolare importanza assumono le lesioni all’articolazione temporo-mandibolare dovute al sovraccarico funzionale.

Di solito, chi soffre di bruxismo si sveglia al mattino con un indolenzimento dei muscoli del volto e del collo, non riesce ad aprire la bocca al massimo, può avvertire la comparsa di scricchiolii durante i movimenti della mandibola e dolore persistente non solo ai muscoli masticatori ma anche a quelli vertebrali e paravertebrali della schiena.

Il bruxismo può contribuire a scatenare o ad accrescere episodi di cefalea specie muscolo-tensiva o altre manifestazioni dolorose a carico del collo e della schiena spesso erroneamente attribuite all’artrosi cervicale.

Se allo specchio, allineando i denti, si nota che essi combaciano senza lasciare nessuno spazio soprattutto a livello dei canini e degli incisivi laterali, si può già vedere se si digrigna.

Per capire se questo fenomeno avviene anche durante il sonno basta osservare se al risveglio si avvertono dolori muscolari alle tempie ed al collo e dolenzia diffusa a tutti i denti e se sbadigliare risulta doloroso perché è difficile aprire al massimo la bocca.

Non essendo ancora nota la causa esatta del bruxismo, non esiste attualmente nessuna cura o terapia farmacologica efficace.

L’unica possibilità è la prevenzione dei danni provocati dal bruxismo all’apparato dentale ed a quello muscolo-scheletrico, utilizzando un bite da portare soprattutto di notte.

Il bite è una specie di “mascherina” in materiale plastico in grado di creare una barriera protettiva tra le arcate dentali e mantenere l’articolazione in posizione di riposo, rilassando così le fasce muscolari.

A questo scopo nei nostri Studi viene utilizzato un nuovo materiale anallergico, biocompatibile, termoplastico che consente il confezionamento di bite di minimo ingombro privi di ganci di ritenzione potenzialmente nocivi per i tessuti dentali e gengivali.

Questi bite sono caratterizzati da due diverse durezze programmate: la prima, più morbida, è utilizzata per le parti a contatto dei denti e delle gengive per dare stabilità e comfort, la seconda, più dura, è utilizzata per il piano di appoggio al fine di facilitare lo slittamento dei denti durante il digrignamento ed avere così una maggiore resistenza all’usura.

LA POSTUROLOGIA
torna al menù

L’interazione tra i diversi distretti dell’organismo, che ha come scopo ultimo l’equilibrio e quindi il benessere del corpo, è l’oggetto di studio della Posturologia.

In particolare essa studia i recettori podalici, oculari, dentali, cutanei per correggere eventuali squilibri presenti che, se superano le capacità di compenso dell’organismo, sfociano inevitabilmente in sintomatologie dolorose di distretti corporei anche lontani e solo apparentemente non in relazione tra di loro o addirittura in vere e proprie fibromialgie.

Deglutizioni errate, microgalvanismi, cicatrici patologiche, blocchi articolari sono solo alcuni altri esempi di possibili fonti di patologie posturali quali scoliosi, lombosciatalgie, artrosi cervicale, ecc. che la Posturologia consente di indagare e curare in modo non invasivo.